Credo che ci sia un aspetto dell'avvento di internet e, in generale, di un mondo fortemente connesso e interconnesso, che non è stato analizzato sufficientemente a fondo.
Al di là delle intenzioni e dei desideri di ognuno di noi, internet in particolare, e, più in generale, le innovazioni tecologiche degli ultimi anni (la domotica in primis), hanno creato una società che è sempre più oggettivamente una casa di vetro.
Non esiste un modo per evitarlo, nemmeno disconnetersi totalmente, perché si è comunque circondati da persone connesse, telecamere, sensori di ogni tipo, etc. etc.
Il livello di verifica e di controllo di quello che ognuno di noi fa o dice è già ora molto alto e lo diventerà inevitabilmente sempre di più.
Basare la propria carriera, la propria fama, il proprio prestigio, ma anche, semplicemente, la propria vita e i rapporti sociali su falsità, imbrogli, qui pro quo, etc. già ora è molto complesso per chi ha una certa posizione sociale, presto sarà impossibile per chiunque.
Questo mette alla prova i rapporti personali e sociali, le strutture stesse della società.
Già ora è possibile essere localizzati, prendere una multa con una fotografia, essere inquadrati da una telecamera praticamente dovunque, etc. etc.
Di quello che facciamo e diciamo, in rete e non, restano tracce molteplici e spesso indelebili.
La memoria umana diviene sempre più labile ed imprecisa, ma quella collettiva, tramite la rete, ogni giorno è più esatta, infallibile e indelebile.
Certamente tutto questo mette anche un po' paura, ma, a ben guardare, è la rivincita degli onesti, delle persone corrette, di chi non cerca scorciatoie o furbizie, insomma del meglio della società, che, soprattutto in Italia, fino ad oggi è sempre stato relegato ai margini di una società familistica, caciarona, improponibile, velleitaria, spudorata, impunita.
Molte cose, anche a livello dei rapporti personali, dovranno essere riviste se si vuole mantenere un livello accettabile di convivenza.
Questo aspetto è stato poco sondato e valutato: applicare a questo nuovo paradigma sociale gli stessi parametri e gli stessi criteri della società in cui vivevamo solo vent'anni fa è impossibile e soprattutto pericoloso.
Inevitabilmente l'auto-racconto che ognuno di noi tende a fare di sé stesso amplificando, se non addirittura inventando, i propri pregi e sminuendo, se non cancellando, i propri difetti dovrà cedere di fronte all'evidenza.
Molti, se non tutti, dovranno ridimensionare l'immagine di sé che vendono agli altri, ma anche a sé stessi.
Psicologicamente si tratta di una svolta epocale, chi non è provvisto di grandi doti reali o, eventualmente, in compensazione, di una grande autostima, rischia di "rompersi" psicologicamente sotto un peso oggettivamente troppo difficile da sopportare.
In particolare esiste uno strato di convenzioni moralistiche che andranno riviste, non essendo più sostenibile, quando si vive in una casa di vetro, un atteggiamento fittiziamente moralistico e comportamenti in antitesi con quell'atteggiamento sbandierato ma raramente seguito, non dico alla lettera, ma almeno nelle sue linee generali.
Un serio sforzo collettivo, un ripensamento condiviso per costruire insieme una nuova morale, dei nuovi codici di comportamento, una nuova società, sembrano non interessare a nessuno, eppure sono urgenti ed ineludibili, se vogliamo governare il cambiamento epocale che stiamo vivendo invece di esserne travolti.
Sono d'accordo sull'analisi della via che stiamo vivendo. Non sono però molto sicuro che si baserà su un sistema meritocratico come da te scritto. Anzi, spesso accettiamo l'avanzamento della tecnologia come buona a prescindere. Io penso che dovremmo fermarci più spesso a riflettere sui vantaggi/svantaggi di ogni cambiamento.