Simone, biascicano un’incomprensibile litania, stava appostato all'ingresso della “Casa del libro”: l’unica libreria del centro città. Simone vendeva in proprio libri usati e nuovi, era un clandestino dell'editoria.
“Vecchio pazzo, spostati e levati di torno”, lo schernì un giovane al quale per una rarissima versione “purgata” dei “Promessi Sposi” il vecchio Simone aveva appena chiesto dieci volte il prezzo di copertina.
“Ragazzo è un affare: solo undicimila. Ho anche questo best seller introvabile in libreria e assai raro sui banchi dell’usato… lo trovi solamente nella mia bancarella…”L’uomo non finì la frase che il ragazzo si allontanò incurante di lui.
Simone appena si accorse che il fratello Piero, il proprietario della libreria, lo stava raggiungendo con fare minaccioso, mise rapido i due volumi che aveva sottobraccio dentro il suo carretto e con un ghigno beffardo si rivolse al fratello:
“Io vendo sogni non solo libri”
“Ha ragione quel ragazzino sei un vecchio pazzo. Porta via la tua mercanzia e non farti più vedere o chiamo i vigili”, grugni Piero prendendo a calci la carriola.
Incurante del fratello, e spinta di una decina di metri più là il suo campionario di libri ambulanti, vendette a un signore per sole 500 lire lo stesso best seller che la “Casa del libro” aveva in vetrina per la cifra di duemila e cinque.
“Miserabili sparite!”, urlò rosso di rabbia Piero nel vedere i due contrattare l’acquisto.
Girato l’angolo Simone si sentì chiamare:
“Zio aspetta fermati! Zio, mi sa che questa volta l’hai fatto proprio arrabbiare, mai visto così furioso”. Era Arturo suo nipote.
“Dici tuo padre? Gli passerà”, rispose il vecchio sorridendo.
“Ecco, questi sei, sono gli ultimi arrivi. Sai che se scopre che gli rubo i libri mi uccide vero?” Disse Arturo estraendo dallo zainetto i volumi freschi di stampa lanciandoli con irruenza nel carretto.
“Tranquillo non ti uccide… Almeno credo. E’ solo business ragazzo… Si era detto diecimila giusto?”
“Facciamo quindici”
“Ok. Ricordati però che se ti pesco che ti fai ancora le canne lo dico a tua madre. Adesso fila via… Ehi, farabutto, non lo dai un abbraccio allo zio?”, concluse Simone ricevendo al posto di una calorosa stretta da parte del nipote un dito medio.
Giunto in prossimità della piazza grande, quella davanti al comune adibita a mercato rionale, Simone parcheggiò il suo trabiccolo nel solito angolo all’ombra di un platano. Minuziosamente sistemò il suo campionario di libri. In bella mostra le ultime uscite fresche di stampa e dietro, in una cassetta di plastica alla rinfusa, le offerte del giorno. In un’altra scatola ripose gli “introvabili”: come chiamava lui le vecchie edizioni e i volumi più datati.
“Simone buongiorno”, squillò allegra la voce del professore Alfredo.
“Professore…”, rispose a basso tono l’uomo.
“Lui è un mio studente. È interessato a quell’antica stampa che mi aveva proposto”.
Simone rovistò nella cesta degli “introvabili” ed estrasse il libro richiesto mandando in estasi il giovane allievo.
“Meraviglioso. Signor Simone come è venuto in possesso di questo volume?” Domandò senza alzare lo sguardo dalle pagine ingiallite lo studente.
“Un giorno di primavera del 76’ o era il 77’? Non ricordo bene, ma mi ricordo che mi aggiravo nel mercato delle pulci di una cittadina al nord della Francia. Un bouquiniste mi convinse a comperare questo vecchio libro. L'ho presi più per caso che altro. All’epoca non ero un collezionista e né tanto meno un venditore ambulante”, Simone sorrise un attimo e poi riprese il suo racconto.
“Giunsi a casa e notai che ai margini c'erano tutte queste strane annotazioni in francese. Più di seimila: Cosa contengono le annotazioni? Chi lo sa…” Concluse il vecchio.
"Contengono una sorta di sedimentazioni di letture, una serie di brevi riassunti. Nonché riflessioni su diversi argomenti”, proseguì il professore.
“L’opera è una prima edizione di uno scrittore fiammingo poco conosciuto e di poco conto: un romanzo d’avventura datato 1896, ma la cosa interessante sono le note a margine stampate dallo stesso autore: centinaia, anzi migliaia. Alcune contengono termini tecnici legati a note giuridiche o ad ordinanze reali, così parrebbe a una lettura veloce e poco attenta, ma in realtà penso che si tratti di un codice”, spiegò con enfasi Simone.
“Quindi Il manoscritto è un autentico mistero?” Domandò lo studente.
Simone e il professore si guardarono un istante e si misero a ridere.
“O una burla dell’autore. Non è tutto. Ne esiste un'altra copia relegata con una copertina in pelle decorata in argento e preziosi, stampata su fogli d’oro, e con disegni di famosi autori dell’epoca, ma senza note a margine e recante la dicitura seconda edizione. Tale gioiello è costudito in una cassetta di sicurezza di Ginevra. Lo so perché questo articolo di giornale parla proprio di quel volume venduto per 50.000 franchi… Sbalorditivo”, specifico il Professore mostrando il ritaglio.
“Non è solo un mistero è anche un tesoro!” Esclamò sconcertato il giovane studente.
“Giovanotto, il vero tesoro è questa prima stampa, con questi scarabocchi al limite della leggibilità… Il vecchio Simone tira sul prezzo ogni volta. A quanto siamo arrivati?”, disse il professore.
“Non ho tenuto il conto, ma ormai sono vecchio e stanco di questo nostro gioco. Quindi caro Alfredo facciamo un patto, visto che per me vendere libri è un po' come vendere sogni, io vi impresto il mio volume e voi in cambio comprate questi sei tascabili che mi sono arrivati oggi. Ventimila lire, è un vero affare sono come comprati in libreria, mai sfogliati”, concluse Simone portando a termine la trattativa stringendo la mano ai due.
Un racconto by: https://hive.blog/hive-146620/@kork75/prima-edizione-un-racconto-by-kork75