Lolli e Jolly 

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Con il passare degli anni, Loredana era diventata una abitudinaria. Le giornate dell’anziana signora da quando era rimasta sola, erano lente e noiose. La sveglia suonava puntuale alle sei. Alla solita colazione con caffellatte e fette biscottate seguivano le immancabili pulizie di casa, poi fuori per la spesa al supermercato all'angolo della via. I suoi pomeriggi erano ancora più monotoni e silenziosi. Minuti scanditi da un rosario alla radio o da un talk-show alla TV, interrotti solo per la tisana delle diciassette. Giorni tutti uguali insomma, in attesa della domenica. Al settimo giorno della settimana “la Lolli” (il nome con cui era conosciuta da tutti nel quartiere), coltivava i suoi hobby. Come prima cosa la messa grande, poi veniva il pranzo a casa del figlio Piero con la nuora Susanna e nel pomeriggio il “Circolo degli anziani”. Al circolo suonavano il liscio, lei era ancora un’ottima ballerina, la più ambita e richiesta dagli “arzilli” soci. Inoltre, si dilettava a giocare a carte con le amiche, il suo gioco preferito era scala quaranta, una campionessa. Quella domenica pomeriggio di marzo, fu costretta ad abbandonare prima del previsto la pista da ballo, a casa l’attendeva il nipote Sandro con la moglie Filippa e i suoi splendidi nipotini. Quando aprì la porta di casa, i bambini gli si lanciarono addosso, ricoprendola di baci e abbracci. Fu allora che Lolli fece la conoscenza di Jolly.

“Ciao nonna, meno male che ho ancora le chiavi di casa tua, perché Jolly stava facendo la matta giù in strada. Si era messa a urlare e a picchiare i pugni contro la gabbietta”, disse Sandro mostrando all'anziana nonna, una scimmietta all'interno di una gabbia posizionata sopra il tavolo della cucina. “Sandro, sposta immediatamente quella bestiaccia, dal mio tavolo! Ciao bambini, come si chiama questa bella scimmietta?” I due nipotini risposero in coro, “ Jolly”
“Bene, piacere di conoscerti Jolly. Ora potete gentilmente, riportarvela di nuovo a casa vostra?”, commentò la nonnina osservando da vicino il primate, che con le manine attaccate alle sbarre della gabbia gli mostrava la dentatura. "Come nonna? Papà non ti ha detto niente? " , fece stupito Sandro.
“Dirmi cosa? Sapevo solo che passavate a trovarmi…"
“ Dobbiamo partire fuori città per cinque giorni e lui ha detto che ti saresti presa cura tu di lei”, disse la nuora indicando la gabbietta con dentro la bertuccia. Loredana inizialmente andò su tutte le furie, poi per non fare un dispiacere ai nipotini, affezionati alla loro bestiola, anche se di malavoglia accettò di prendersene cura. In fondo pensò, erano solo cinque giorni e un po’ di compagnia gli avrebbe fatto bene.
“Grazie nonnina. Questa è la sua borsetta, dentro c’è tutto quello che ti serve: i suoi giochini per farla star tranquilla, il sapone per lavarla, tutti i suoi documenti sanitari e in questo vasetto i suoi insetti, in quest’altro pezzettini di pollo. Dagli frutta secca a volontà e in questa busta, la verdura. Su questo foglietto c'è scritto tutto”
Sandro abbracciò forte Loredana e con il resto della sua famiglia la salutò. La porta si chiuse e l’anziana Lolli restò in cucina a fissare incuriosita Jolly, la sua nuova coinquilina.

Erano trascorsi ormai due giorni da quando Loredana si era presa l’impegno (obbligo) d’ accudire la scimmietta del nipote. Con molta soddisfazione di sé stessa si rese conto che la convivenza con “ la Jolly” (si perché con suo stupore, lesse dai documenti sanitari che era una lei) gli piaceva. Inoltre, la bertuccia si dimostrò da subito un’ ottima compagna di conversazione, “sapeva ascoltare e annuire” come faceva al suo tempo il suo “caro” marito. Anche i ritmi di Jolly si adattarono alle ritualità di Lolli, e così dopo aver steso il bucato e fatto un’ ennesima lavatrice alle dieci in punto era l’ora dello spuntino mattutino per entrambe. "Ahimè", esclamò Loredana, erano finiti i pezzettini di banana, l’unica frutta di cui si accorse che la scimmietta andava veramente ghiotta. Allora gli venne un’ idea, andò in solaio e tirò fuori un vecchio passeggino di quando Sandro era piccolo. Aprì la gabbietta, prese Jolly in braccio e la mise nel passeggino, erano pronte per andare al mercato. Lì tra i tanti banchi di frutta e verdura, avrebbe trovato sicuramente le banane per la sua nuova amica. Giunta nel cortile del suo stabile, l’inusuale scena di una scimmietta a passeggio legata in un passeggino attirò la curiosità dei vicini di casa e dei passanti. A tutti Loredana presentava divertita la sua nuova amica e raccontava della loro convivenza, si era già fatto un bel capannello di persone curiose, quando in un attimo si scatenò lo scompiglio generale. Jolly, non si sa come, riuscì con una manovra "contorsionistica" a liberarsi delle cinghie del passeggino e urlando istericamente mostrando le fauci spaventò tutte le persone che le si erano fatte intorno, bambini compresi. Uno scricciolo di quaranta centimetri creò il panico. Loredana cercò di afferrarla anche per la codina, ma niente, la scimmietta come una forsennata correva per il cortile emettendo suoni striduli e spaventosi tra i pianti dei bambini piccoli e le risate della gente, che dopo lo spavento iniziale iniziò a divertirsi nel vedere l’anziana Lolli che rincorreva curva la piccola Jolly, imprecando e maledicendo lei e il nipote. La bestiola spaventata, salì rapidamente lungo una "canalina" dell’acqua, saltò nel balcone di un appartamento al primo piano e di finestra in finestra, di terrazzo e terrazzo, arrivò in meno di un minuto sul tetto dello stabile, lasciando con il naso all'insù tutte le persone accorse nel cortile. Inutili furono i tentativi della Lolli di richiamare la scimmietta, fu da subito chiaro, che la cattura si presentava tutt'altro che facile. Il primate si tranquillizzò e cominciò a dondolarsi placidamente sul filo di un’ antenna, mandando su tutte le furie il signor Romero del quinto piano, che uscito sul balcone con una scopa in mano, cercava di farla scendere da lì, in quanto gli disturbava il segnale del televisore. Con un salto “felino”, Jolly raggiunse il tetto del palazzo a fianco, lasciando tutti con il fiato sospeso e il cuore in gola. Loredana raggiunse velocemente la casa del signor Romero e dal balcone riuscì a intravedere Jolly visibilmente impaurita, che si nascondeva dietro a un comignolo.

Forse piangeva e anche per questo che dalla rabbia iniziale la nonnina si intenerì e cominciò a preoccuparsi seriamente per la povera scimmietta. Ormai era pomeriggio inoltrato e lei e il signor Romero le provarono tutte, chiamandola tante di quelle volte da rimanere senza voce, poi il colpo di genio, le banane. Romero prese una banana e la mostrò alla scimmietta che incuriosita e affamata con un balzo saltò sul tetto del loro palazzo e in pochi secondi atterrò sul balcone dell’uomo e gli strappò il frutto dalle mani. Neppure quella volta Loredana sfruttò l’occasione buona. Tentò invano di acciuffarla, ma la bertuccia ripercorse la solita via da cui era arrivata e in un attimo fu di nuovo sul tetto di fronte che si gustava soddisfatta la sua banana, sporgendo con il suo beffardo "musino" da dietro il comignolo. Non restò che arrendersi all'evidenza, non sarebbe mai scesa di sua spontanea volontà, così Lolli decise di chiamare i Vigili del Fuoco. I pompieri arrivarono in serata, ormai era quasi buio e sentita la povera Loredana in lacrime non restò a loro che approntare la scala con il cestello e tentare di raggiungere la scimmietta. Arturo era un esperto e aitante vigile, ma nella sua lunga carriera quella fu la prima volta che aveva a che fare con una scimmia scappata su un tetto, gatti si, quelli in quantità, ma una bertuccia mai. Intanto, erano ormai in centinaia i curiosi che affollavano il cortile con il naso all'insù seguendo e commentando appassionati le operazioni di recupero, il tutto sotto i potenti riflettori del camion, che illuminavano a giorno il palazzo. Per Arturo fu un incubo, giunto sul tetto e assicurata la corda di sicurezza, tentò svariate volte di avvicinarsi all'animale che beffardo saltava da una tegola all'altra. Passarono altre due ore di appostamenti, inseguimenti, fughe, balzi e scatti improvvisi da parte del pompiere per sorprendere Jolly, ma fu tutto inutile. Quando all'improvviso la scimmietta gli saltò in braccio, lui la guardò incredulo e così riuscì a catturarla. Quando il cestello toccò il suolo, ci furono applausi e grida di giubilo.

Loredana corse subito da Jolly e la rinchiuse nella sua gabbietta commentando ,

“ Grazie di tutto! Signor Arturo. Jolly è una brava bestiola, se le succedeva qualcosa non me lo sarei mai perdonato, i miei nipotini sono molto affezionati a lei"

“Si figuri signora, fa anche questo parte del nostro lavoro. Signora Loredana mi raccomando però, la prossima volta faccia più attenzione e la porti fuori con la sua gabbietta e non con un passeggino”

Lolli, arrossendo e vergognandosi un pochino, prese la sua gabbietta e sussurrò nell'orecchio di Jolly,

“Brutta bestiaccia, questa me la paghi, pensavo che eravamo amiche noi due!”
Arrabbiata, ma felice rincasò.

Un racconto by kork75.

Saluti by kork75

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