Il gatto rosso 

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In un caldo e afoso pomeriggio estivo, Stefano, Giorgio e il suo fratellino più piccolo Gianni, si sedettero all'ombra di un ciliegio. Lì con le loro rudimentali cerbottane di ottone, tirarono palline di stucco fino a esaurimento munizioni.
Qualche metro più in là, disteso sul prato con la lingua a penzoloni il loro bersaglio: Attila, un vecchio pastore maremmano.

Giorgio si stancò presto della cerbottana e anche di vessare e deridere il piccolo Gianni, così si alzò e disse:
" È l’ora dello spuntino. Vado a vedere se la nonna ha qualcosa per noi."

Il ragazzino si mise a correre lungo la staccionata che lo portò in pochi minuti alla fattoria in fondo alla valle.

Passò un po’ di tempo e tornò con un supertele sottobraccio e la bocca sporca di marmellata:

" Eh...Niente, la nonna non aveva proprio niente da ingerire…"

" Giorgio sei sempre il solito, ti sei divorato tutto te come sempre!" provò a ribattere il piccolo Gianni che per risposta ricevette un calcio nel sedere.

"Coraggio Gianni mettiti in porta! Ci facciamo un’olandese ai ventuno."
Piantati due rami storti nel terreno, i tre cominciarono a giocare a calcio.

I ragazzini si divertirono sino a quando un tiro al volo venuto male, spedì il leggero pallone sopra l'albero.
" Adesso cosa si fa?" si lamentò a braccia aperte e occhi al cielo il piccolo Gianni.

" Adesso cosa si fa?... Adesso cosa si fa?... Adesso cosa si fa?... " , ripeté Giorgio con tono canzonatorio.
Il ragazzo ci pensò un attimo, poi schioccò le dita e mormorò:
"Ci sono...Gianni vai a prendere la scala nel fienile", e mollò uno scappellotto dietro la nuca al povero fratellino.

Il bambino, seguito dai passi lenti e cadenzati di Attila, tornò alcuni minuti dopo stremato dal peso di un’enorme scala di legno, che i tre a fatica appoggiarono al tronco dell'albero.

Stefano verificò che la scala fosse ben salda e con agilità vi salì sopra.

Per raggiungere il pallone il ragazzo si sporse in precario equilibrio, poi allungò il braccio destro più che poté sino a sfiorare con le dita il supertele... Proprio in quell'istante un'enorme gattone rosso sbucò sbuffando tra i rami.

Il gatto saltò abilmente su un altro ramo e ringhiò a pelo dritto all'indirizzo del ragazzo. L'inattesa presenza del felino spaventò Stefano che perse l'equilibrio e rovinò violentemente al suolo.

" Ahi, maledetto pelo rosso…Presto qui ci vuole l'artiglieria pesante. Gianni prendi le cerbottane e gli aghi da sparare. Giorgio Prendiamolo...Gianni inseguilo!" esclamò Stefano che si sfregò il sedere e digrigno i denti per la rabbia e il dolore, tra le risa del piccolo Gianni e lo sguardo curioso di Attila che al veloce passaggio del gatto emise solo un timido e strozzato abbaio: "uh!"

La caccia alla feroce belva, si spostò dalla collina del ciliegio sin giù all’aia della fattoria dei nonni.

I ragazzini eccitati e impegnati in folli corse tra la stalla delle vacche e il porcile, si arresero presto e delusi dalle infruttuose ricerche rinunciarono alla loro preda. Stefano si mise così a tirare sassolini alle oche di passeggio nel cortile, seguito a ruota dai due fratelli...Quando un altro fiacco latrato di Attila attirò la loro attenzione.

Il gatto finalmente fu individuato. Il felino era beatamente appollaiato in cima alla gabbia dei conigli.
“Non mi scapperai un'altra volta, maledetto!” sbraitò Stefano agguantando per la collottola l’enorme gatto rosso.

“Cavolo se graffia…Non molla, e guarda come si dimena”, replicò Giorgio indicando il braccio pieno di segni dell’amichetto.

“Adesso gli diamo una bella lezione, d’accordo?” e fu così che ai tre teppistelli venne la cattiva e crudele idea di legare alla coda del gatto un foglio di giornale e dargli fuoco.

L’enorme felino, sentendosi le fiamme sotto la coda, si stizzì e fuggì il più lontano possibile dai suoi aguzzini. La scena che i tre videro la trovarono dapprima esilarante, poi un po’ meno quando l’animale salì in cima alla catasta della legna da ardere, e da lì si lanciò in un volo fiammeggiante dentro l’erba ormai divenuta fieno. In un attimo ci fu un’enorme vampata, e le fiamme incontrollabili in poco tempo raggiunsero la tettoia del fienile.

“Nonna, Nonna aiuto presto va a fuoco la fattoria!” gridò disperato Giorgio che volò seguito dai due ragazzini in cerca d’aiuto verso la casa patronale.

La nonna appena uscì dalla porta, restò per un paio di secondi impietrita davanti alle visione delle fiamme, poi si fece coraggio e rientrò per chiamare i vigili del fuoco. Un minuto dopo prese i ragazzini per mano e disse:
“Presto bambini, allontaniamoci dal fuoco…Andiamo sulla strada, tra un po’ arriveranno i pompieri e ci penseranno loro.”

Nel giro di un attimo un rogo immenso avvolse le stalle, e il fumo salì alto in cielo. L’anziano nonno intentò nel lavoro nei campi si accorse del fuoco e immediatamente insieme ad altri contadini prestò il primo soccorso.

Gli uomini dapprima misero in salvo gli animali, poi con grande fatica, aiutati da un’autobotte dei pompieri giunta sul posto, riuscirono a domare l’incendio, che fortunatamente colpì solo marginalmente l’abitazione dei nonni.

Quando l’emergenza finì e l’incendio fu estinto, il nonno si rivolse ai tre ragazzini visibilmente spaventati seduti nel mezzo del cortile:
“L’importante che stiamo tutti bene e che non si è fatto male nessuno. Voi state bene, la nonna è spaventata ma sta bene, le bestie sono in salvo e anche Attila è in grande forma e ha trovato anche un amico”, sentenziò l’anziano indicando il pastore maremmano che trotterellando entrò nel cortile con in groppa un’enorme gatto rosso.

Il felino che con un balzo scese dal dorso del cane, si avvicinò lento ai ragazzini, li sfidò con lo sguardo, drizzò la coda, ed emise un potente sibilo: “ssssss”, e poi si dileguò veloce nei campi.

Riferimento:https://esteem.app/ita/@kork75/il-gatto-rosso-by-kork75

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