Canzoni da riascoltare: Bisanzio (F. Guccini)

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Bisanzio è l'antica città narrata da Filemazio un protomedico, matematico, astronomo e vecchio sapiente. Bisanzio è desolatamente diventata un luogo di smarrimento esistenziale, una città assurda, “sospesa tra due mondi e tra due ere” dove si avverte l'itinerario desolato d'una esperienza conclusa nell'ambiguità di miti ancora inesplorati. In questo contesto il saggio (mago) Filemazio si interroga ammettendo desolatamente che non ha più il coraggio per divinare il tempo che verrà.

BISANZIO (F. Guccini)

Anche questa sera la luna è sorta affogata in un colore troppo rosso e vago.
Vespero non si vede, si è offuscata, la punta dello stilo si è spezzata.
Che oroscopo sai trarre questa sera, Mago?
Io, Filemazio, protomedico matematico astronomo, forse saggio.
Ridotto come un cieco a brancicare attorno, non ho la conoscenza,
od il coraggio per fare quest'oroscopo, per divinar responso,
e resto qui a aspettare che ritorni giorno e devo dire, devo dire
che sono forse troppo vecchio per capire,
che ho perso la mia mente in chissà quale abuso, od ozio,
ma stan mutando gli astri nelle notti d'equinozio.

O forse io, forse io, ho sottovalutato questo nuovo dio,
ma vedo in me e nei segni che qualcosa sta cambiando,
ma è un debole presagio che non dice come e quando.
Me ne andavo l'altra sera quasi inconsciamente
giù al porto Bosphoreion, là dove si perde
la terra dentro al mare fino quasi al niente
e poi ritorna terra e non è più occidente.
Che importa a questo mare essere azzurro o verde?
Sentivo i canti osceni degli avvinazzati,
di gente dallo sguardo pitturato e vuoto,
ippodromo, bordello, e nordici soldati...

Romani e Greci urlate, dove siete andati?
Sentivo bestemmiare in Alamanno e in Goto...
Città assurda, città strana, di quest'imperatore sposo di puttana,
di plebi smisurate, labirinti ed empietà
di barbari che forse sanno già la verità.
Di filosofi, e di etere, sospesa tra due mondi, e tra due ere.
Fortuna e età han deciso per un giorno non lontano,
poi il fato chiederebbe che scegliesse la mia mano, ma...

Bisanzio è forse solo un simbolo insondabile, segreto e ambiguo, come questa vita.
Bisanzio è un mito che non mi è consueto, Bisanzio è un sogno che si fa incompleto.
Bisanzio forse non è mai esistita, e ancora ignoro, e un'altra notte è andata.
Lucifero è già sorta, e si alza un po' di vento, c'è freddo sulla torre, o è l'età mia malata,
confondo vita e morte, non so chi è passata, mi copro col mantello il capo e più non sento,
e mi addormento, mi addormento, mi addormento.

Testo di Bisanzio di Francesco Guccini dall'album Metropolis


ENG🇬🇧

Byzantium is the ancient city narrated by Philemius, a proto-medicine, mathematician, astronomer and wise old man. Byzantium has desolately become a place of existential bewilderment, an absurd city, "suspended between two worlds and two eras " where one feels the desolate itinerary of an experience concluded in the ambiguity of unexplored myths. In this context, the wise man (magician) Filemazio questions himself, desolately admitting that he no longer has the courage to divine the time to come.

BISANZIO (F. Guccini)

This evening too the moon has risen drowned in a too red and vague colour.
Vespero cannot be seen, it has blurred, the tip of the stylus has broken off.
What horoscope can you draw this evening, Wizard?
I, Philemius, protomedical mathematician astronomer, perhaps wise.
Reduced like a blind man to groping around, I have not the knowledge,
or the courage to make this horoscope, to divine a response,
and I stay here waiting for day to come, and I must say, I must say.
That I am perhaps too old to understand,
that I have lost my mind in some abuse or idleness,
but the stars are changing on equinox nights.

Or perhaps I, perhaps I, have underestimated this new god,
But I see in myself and in the signs that something is changing,
but it's a faint omen that doesn't say how or when.
I was going the other night almost unconsciously
down to the Bosphoreion harbour, where the land is lost
where the land is lost in the sea until almost nothing
and then returns to land and is no longer the west.
What does it matter if the sea is blue or green?
I could hear the obscene songs of the screwed,
of people with painted and empty eyes,
hippodrome, brothel, and Nordic soldiers...

Romans and Greeks scream, where have you gone?
I heard blasphemy in Alamanno and in Goto...
Absurd city, strange city, of this emperor spouse of a whore,
Of immense plebs, labyrinths and impieties.
Of barbarians who perhaps already know the truth.
Of philosophers, and of ether, suspended between two worlds, and between two ages.
Fortune and age have decided for a not distant day,
then fate would ask that my hand choose, but...

Byzantium is perhaps only an unfathomable symbol, secret and ambiguous, like this life.
Byzantium is a myth that is not usual for me, Byzantium is a dream that becomes incomplete.
Byzantium perhaps never existed, and I still ignore it, and another night has gone by.
Lucifer has already risen, and a little wind rises, there is cold on the tower, or is it my sick age,
I confound life and death, I know not who has passed, I cover my head with my cloak, and hear no more,
and I fall asleep, I fall asleep, I fall asleep.

Translated with www.DeepL.com/Translator (free version)

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