Covid has forced all of us to long periods of lockdown, closed at home for a few weeks, with the only possibility of leaving the house for the purchase of food, for work and for health reasons. Unfortunately, especially in the first wave of last year, there were very few open work activities and this forced many workers to stay at home, with the risk of losing their role.
Living at home with your family for many days has unfortunately highlighted another big problem: domestic violence. The stress deriving from the pandemic situation, the new experience of social isolation, has caused high levels of tension within families, tension that has turned into anger which has poured out on family members, especially women.
The anti-violence centers received, for example, in the period between March and May 2020 (in Italy there was a total lockdown) a number of calls increased by more than 50% compared to the previous year, an unequivocal figure that underlines the seriousness of the situation. The listening centers were made available only by telephone in this period while the local offices were temporarily closed, and this confused many victims, not having a point of reference in the area. This suggests therefore that the cases of violence may be many more and that they have not been communicated to the competent associations due to the lack of a physical figure for assistance.
The difficulty of concretely assisting the victims during this period also highlighted the need to amplify and strengthen a communication and assistance network throughout the territory. Unfortunately, the issue of violence against women is a constantly increasing phenomenon and this is also evident from the data on femicide which tend to increase annually.
The woman must have greater guarantees of protection, especially in cases of complaint, guaranteeing a path of removal of the aggressor and surveillance. Too many are the cases in which the victims have been reached again by their molesters despite the reports made, unfortunately part of these meetings end irreversibly.
Prevention must be meticulous, avoiding the bureaucratic loopholes that often help the perpetrators of violence and not the victims. It is necessary to build a system of protection but also economic and social assistance, which provides greater guarantees, and increasingly incentives the victims to report the mistreatment they have suffered.
The right to a dignified life must not be lacking for anyone
ITA
Il Covid ha costretto tutti noi a lunghi periodi di lockdown, chiusi in casa per alcune settimane, con la sola possibilità di uscire di casa per l'acquisto degli alimenti, per lavoro e per motivi di salute. Purtroppo, specialmente nella prima ondata dell'anno scorso, le attività lavorative aperte erano davvero poche e ciò ha costretto molti lavoratori a restare a casa, con il rischio di perdere il proprio ruolo.
Vivere in casa assieme alla propria famiglia per molti giorni ha purtroppo evidenziato un altro grand problema: la violenza domestica. Lo stress derivante dalla situazione pandemica, la nuova esperienza d'isolamento sociale, ha causato alti livelli di tensione all'interno delle famiglie, tensione che si è trasformata in rabbia la quale si è riversata sui componenti della famiglia, soprattutto sulle donne.
I centri antiviolenza hanno ricevuto ad esempio nel periodo compreso tra marzo e maggio 2020 (in Italia vi è stato il lockdown totale) un numero di chiamate incrementato di oltre il 50% rispetto all'anno precedente, dato inequivocabile che sottolinea la gravità della situazione. I centri di ascolto sono stati resi disponibili solo telefonicamente in questo periodo mentre le sedi locali sono state momentaneamente chiuse, e ciò ha disorientato molto vittime, non avendo un punto di riferimento sul territorio. Ciò fa pensare quindi che i casi di violenza possano essere anche molti di più e che non siano stati comunicati alle associazione di competenza per mancanza di una figura fisica per l'assistenza.
La difficoltà di assistere in modo concreto le vittime durante questo periodo, hanno anche messo in evidenza la necessità di amplificare e potenziare una rete di comunicazione e assistenza su tutto il territorio. Il tema della violenza sulle donne purtroppo è un fenomeno in continuo aumento e ciò è evidente anche dai dati sul femminicidio che annualmente tendono ad incrementare.
La donna deve avere maggiore garanzie di protezione, soprattutto nei casi di denuncia, garantendo un percorso di allontanamento dell'aggressore e di sorveglianza. Troppi sono i casi in cui le vittime siano state nuovamente raggiunte dai proprio molestatori nonostante le denunce effettuate, parte di questi incontri terminano purtroppo in modo irreversibile.
La prevenzione deve essere minuziosa, evitando le scappatoie burocratiche che spesso aiutano i colpevoli di violenza e non le vittime. E' necessario costruire un sistema di protezione ma anche assistenza economica e sociale, che fornisca maggiore garanzie, e incentivi sempre più le vittime a denunciare i maltrattamenti subiti.
Il diritto ad una vita dignitosa non deve mancare a nessuno
Violence against women, children and animals is cruel and evil in it's way, people should use their power for good and avoid the bad.