Thoughts on the difficult future of the next generations

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3 years ago

I love summer evenings because I have the habit immediately after dinner, but not before having put my son to bed, to sit with my wife on the sofa outside the veranda and enjoy some of the tranquility that this moment of the day gives us. . It is a moment in which my wife and I can finally talk and tell each other everything that happened to us during the working day.

She usually leaves the house around 7, I around 8 and crossing the various hours we can see each other around six and a half in the evening, when we go to our grandparents to pick up our son and take a walk together. We are very lucky to both work but we regret not being able to fully enjoy our son's life. The biggest sorrow is in the morning when I leave him with his grandparents and he cries because I go away, after having already cried because his mother has gone away.

![graffiti_832341_1280.jpg](https://images.ecency.com/DQmZy4e3jMCJ2N8Mdrmk3ekV8Bk2XBF6UdgcTmuh2zdYYg9/graffiti_832341_1280.jpg)

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Every morning we tell him that we have to go to work and we promise him that in the evening we will come back to pick him up. He is only 14 months old and I don't know if he really understands what we say to him but I hope that over time he understands that ours is a routine and that every night his parents will always come back to him. Unfortunately, we both need to continue working to try to leave him a better future, less demanding if possible.

The future is a beautiful word but if I think about it a little it scares me: my father always tells me that a great couple ago, the future didn't pay much attention because there was a climate of well-being, positivity and people were not afraid, for example of buying a house or having children, work was abundant and unemployment very low, but above all there was the happiness of a generation of children ready to conquer the world.

Today everything has changed, unfortunately in a negative sense. The wind of optimism has stopped blowing for quite a while and this is due to a social situation in marked deterioration. People have reached such a point of despair that it too easily leads to extreme gestures. The new generations, the fulcrum of the future of the world, have completely lost the way of righteousness, they take on more and more indifference towards a society that has long been ignoring them.

My question is: have we passed the point of no return or is there still a chance for recovery? Time may at a climatic point, perhaps the near future will be for the future of the planet, not only from an environmental and environmental point of view, but also from a social point of view. Our goal is to offer the new generations, our children, a more serene and fairer environment. Today we have to sacrifice ourselves for the sake of our children otherwise the coming decades will be really difficult for everyone.

Thanks for reading my post

ITA

Adoro le sere d'estate perchè ho l'abitudine subito dopo cena, ma non prima di aver messo a nanna mio figlio, di sedere assieme a mia moglie sul divanetto fuori alla veranda e godere un pò della tranquillità che questo momento della giornata ci regala. E' un momento in cui io e mia moglie possiamo finalmente dialogare e raccontarci tutto ciò che ci è successo durante la giornata lavorativa.

Lei di solito esce di casa attorno alle 7, io alle 8 circa e incrociando i vari orario riusciamo a vederci attorno alle sei e mezza di sera, orario in cui ci dirigiamo dai nonni a prendere nostro figlio e solitamente ci facciamo una passeggiata assieme. Siamo molto fortunati a lavorare entrambi ma ci dispiace non poter godere appieno la vita di nostro figlio. Il dispiacere più grande è al mattino quando lo lascio dai nonni e lui piange perchè vado via, dopo aver già pianto perchè è andata via la mamma.

Ogni mattina gli raccontiamo che noi dobbiamo andare a lavoro e gli promettiamo che la sera torneremo a prenderlo. Lui ha solo 14 mesi e non so se davvero comprende ciò che gli diciamo ma spero che nel corso del tempo capisca che la nostra è una routine e che ogni sera i suoi genitori torneranno sempre da lui. Purtroppo è necessario che entrambi continuiamo a lavorare per cercare di lasciargli un futuro migliore, meno impegnativo se possibile.

Il futuro è una gran bella parola ma se ci rifletto un pò mi spaventa: mio padre mi racconta sempre che qualche decennio fa, al futuro non si badava molto perchè vi era un clima di benessere, di positività e la gente non aveva paura ad esempio di comprare casa oppure di fare figli, il lavoro era abbondante e la disoccupazione molto bassa, ma soprattutto vi era la felicità di una generazione di ragazzi pronti a conquistare il mondo.

Oggi tutto è cambiato, in senso negativo purtroppo. Il vento dell'ottimismo ha smesso di soffiare da un bel pò e ciò è dovuto ad una situazione sociale in netto peggioramento. Le persone hanno raggiunto un limite tale di disperazione che troppo facilmente sfocia in gesti estremi. Le nuove generazioni, il fulcro del futuro del mondo, ha completamente smarrito la via della rettitudine, assumendo atteggiamenti sempre più menefreghisti nei confronti di una società che li sta da tempo ignorando.

La mia domanda è: abbiamo superato il punto del non ritorno o vi è ancora possibilità di recupero? Il tempo potrà dircelo, forse il prossimo decennio sarà decisivo per il futuro del pianeta, non solo dal punto di vista climatico e ambientale, ma anche sociale. Offrire alle nuove generazioni, ai nostri figli, un ambiente più sereno e più giusto è il nostro obiettivo. Oggi noi dobbiamo sacrificarci per il bene dei nostro figli altrimenti prossimi decenni saranno davvero difficile per tutti.

Grazie per aver letto il mio post

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3 years ago

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