My Book Review: La regola dell'equlibrio

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3 years ago

In a contradictory and two-faced Bari, Guido Guerrieri is a melancholy, reluctant and disillusioned lawyer who now, after years of career, carefully chooses his own cases and friendships.

With one unforeseen exception, the case involving a friend of his, an irreproachable judge, above any suspicion who, accused of corruption, will entrust his defense to him, who is the best, to come out of the situation unharmed. more mangy for a lawyer.

A case like this, at the point of life in which Guerrieri finds himself, will inevitably force him to question everything: his past, his future, his reputation, his values, the public sphere, the private dimension, his profession, relations. But above all the biggest shock will be suffered by all those essential moral cornerstones for those who do their job and which Guerrieri would never have thought he would be forced to review and confirm or correct.

The outcome of this test that the lawyer, albeit against his will, will have to overcome, will depend only on him and on the strategy he decides to adopt, on the direction he decides to take, finding himself at the center of a suspension bridge and in the balance, perched on two opposite but equally shaky and dangerous banks.

A choice that cannot be postponed or delegated. Him and his conscience, alone against everyone.

In a dialogue with himself, thinking aloud, the problem that Guerrieri will have to face will be of an ethical and moral nature and everything will be played out on the balance between right and wrong, between truth and lies, between letting go or embracing one's responsibilities.

The questions to which he will have to find an answer will be many. Who can be said to be without sin if all men without distinction, having the opportunity, commit immoral acts? Where does the truth begin and end for those who lie to themselves? How important is vanity? Who is really in a position to judge or judge himself? Can the end justify the means? How much and how is money able to corrupt an ambitious person for whom nothing is ever enough?

These are the questions that will drag the lawyer Guerrieri into a whirlwind, dangerous and suffocating spiral consisting of betrayals, disappointments and the apparent impossibility of escape and action. A mental captivity from which Guido Guerrieri - whose destiny as a fighting leader is written in the name - will emerge thanks to a woman and a friend but above all thanks to the distant echo of the irrefutable and sententious words of his grandfather who had revealed to him what it consisted of the rule of balance: 'never lie to yourself about the reasons and meaning of what we do or do not do'. This is the only lifeboat, the only way to get out injured but alive from a fight to the death with our worst enemy and our most ruthless judge: our conscience.

It is true, as many have written, that the lawyer Guerrieri is a wonderful character. A Hamletic hero as assailed by doubt, although not tragic, because he will not be overwhelmed by it, managing to choose his own destiny.

Gianrico Carofiglio writes, for sure and for obvious reasons, with great knowledge of the facts, a legal thriller that under the intricate surface of an enthralling judicial affair that does not lack twists, cleverly and deliberately hides a deep, intimate and shared moral philosophical reflection , whose questions will inevitably also involve the reader and his conscience.

ITA

In una Bari contraddittoria e bifronte, Guido Guerrieri è un avvocato malinconico, riluttante e disilluso che ora, dopo anni di carriera, sceglie con cura i propri casi e le proprie amicizie.

Con una imprevista eccezione, il caso che vede coinvolto un suo amico, un giudice irreprensibile, al di sopra di ogni sospetto che, accusato di corruzione, affiderà la sua difesa a lui, che è il migliore, per uscire illeso dalla situazione. più rognoso per un avvocato.

Un caso come questo, al momento della vita in cui si trova Guerrieri, lo costringerà inevitabilmente a mettere in discussione tutto: il suo passato, il suo futuro, la sua reputazione, i suoi valori, la sfera pubblica, la dimensione privata, la sua professione, le relazioni. Ma soprattutto lo shock più grande lo subiranno tutti quei capisaldi morali indispensabili per chi fa il proprio mestiere e che Guerrieri non avrebbe mai pensato di essere costretto a rivedere e confermare o correggere.

L'esito di questa prova che l'avvocato, seppur suo malgrado, dovrà superare, dipenderà solo da lui e dalla strategia che deciderà di adottare, dalla direzione che deciderà di prendere, trovandosi al centro di un ponte sospeso e in bilico, arroccato su due sponde opposte ma ugualmente traballanti e pericolose.

Una scelta che non può essere rinviata o delegata. Lui e la sua coscienza, soli contro tutti.

In un dialogo con se stesso, pensando ad alta voce, il problema che Guerrieri dovrà affrontare sarà di natura etica e morale e tutto si giocherà sull'equilibrio tra giusto e sbagliato, tra verità e menzogna, tra lasciarsi andare o abbracciare la propria responsabilità.

Le domande a cui dovrà trovare una risposta saranno tante. Chi può dirsi senza peccato se tutti gli uomini senza distinzione, avendone l'opportunità, commettono atti immorali? Dove inizia e dove finisce la verità per coloro che mentono a se stessi? Quanto conta la vanità? Chi è veramente in grado di giudicare o giudicare se stesso? Il fine può giustificare i mezzi? Quanto e come possono i soldi corrompere una persona ambiziosa per la quale niente è mai abbastanza?

Sono queste le domande che trascineranno l'avvocato Guerrieri in una vorticosa, pericolosa e soffocante spirale fatta di tradimenti, delusioni e l'apparente impossibilità di fuga e di azione. Una prigionia mentale da cui Guido Guerrieri - il cui destino di condottiero combattente è scritto nel nome - uscirà grazie a una donna e a un amico ma soprattutto grazie all'eco lontana delle parole inconfutabili e sentenziose del nonno che aveva rivelato a lui in cosa consistesse la regola dell'equilibrio: 'non mentire mai a te stesso sulle ragioni e sul significato di ciò che facciamo o non facciamo'. Questa è l'unica scialuppa di salvataggio, l'unico modo per uscire feriti ma vivi da una lotta all'ultimo sangue con il nostro peggior nemico e il nostro giudice più spietato: la nostra coscienza.

È vero, come hanno scritto in tanti, che l'avvocato Guerrieri è un personaggio meraviglioso. Un eroe amletico in quanto assalito dal dubbio, anche se non tragico, perché non se ne farà travolgere, riuscendo a scegliere il proprio destino.

Gianrico Carofiglio scrive, per ragioni sicure e per ovvie ragioni, con grande cognizione di causa, un legal thriller che sotto la superficie intricata di una vicenda giudiziaria avvincente e non priva di colpi di scena, nasconde sapientemente e volutamente una profonda, intima e condivisa riflessione morale filosofica , le cui domande coinvolgeranno inevitabilmente anche il lettore e la sua coscienza.

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