Movie Review: Foreign Bodies

0 31
Avatar for claudio83
3 years ago

A machine that does not start again, like the suspended life of Antonio, a father, from the Umbrian province, in room six of the pediatric oncohematology department of a hospital in Milan, waiting for brain surgery for his one-year-old son.

In the mornings, at dawn, to unload pallets of fruit to unload the pain and be able to make it to the end of the month, far from home, where there is a wife and two other children waiting for him.

The camera's gaze is always on Antonio's hunched shoulders, who keeps all his anger inside.

Jareb, in the same department, from Tunisia, comes to try to unhinge Antonio's silences, in the name of a friendship that has its roots and clings to sharing a deep and unspoken pain.

We are the foreign bodies, when we do not accept ourselves powerless in the face of what we cannot control. The cell phones of those who are waiting for news or have to give one are always empty and sleepless nights are counted no more. In the colored corridors of the wards, in front of a coffee machine that promises a good and supportive blend, in a damp parking lot or among the benches of a consecrated chapel, where everyone prays to his god, even if he does not remember the precise words of a prayer , everything is reported on the common level of suffering, without rankings, without questions.

Mirko Locatelli investigates all this with extreme discretion, always staying a step behind an actor like Filippo Timi who manages, practically alone and with very few lines (only he can!), To return all the tenderness and all the desperation of a father who he hides the muffled screams between clenched teeth, in the avoided contacts and in the contempt of those foreign bodies that will turn out to be more like him than he could ever have imagined.

Tall and intimate movie. Bitter and delicate. Remarkable.

ITA

Una macchina che non riparte, come la vita sospesa di Antonio, un padre, dalla provincia umbra, nella stanza numero sei del reparto di oncoematologia pediatrica di un ospedale a Milano, ad aspettare un intervento al cervello per il figlio di un anno.

Le mattine, all'alba, a scaricare bancali di frutta per scaricare il dolore e riuscire ad arrivare a fine mese, lontano da casa, dove ci sono una moglie e altri due figli ad aspettarlo.

Lo sguardo della macchina da presa è sempre sulle spalle ricurve di Antonio, di chi si tiene dentro tutta la rabbia.

Jareb, nello stesso reparto, dalla Tunisia, arriva a cercare di scardinare i silenzi di Antonio, in nome di un'amicizia che affonda le radici e si aggrappa alla condivisione di un dolore profondo e non detto.

I corpi estranei siamo noi, quando non ci accettiamo impotenti di fronte a quello che non riusciamo a controllare. I cellulari di chi attende una notizia o deve darne una sono sempre scarichi e le notti insonni non si contano più. Nei corridoi colorati dei reparti, davanti ad una macchinetta del caffè che promette una miscela buona e solidale, in un parcheggio umido o tra i banchi di una cappella consacrata, in cui ognuno prega il suo dio, pur non ricordando le parole precise di una preghiera, tutto è riportato sul livello comune della sofferenza, senza graduatorie, senza domande.

Mirko Locatelli indaga tutto questo con estrema discrezione, stando sempre un passo indietro ad un attore come Filippo Timi che riesce, praticamente da solo e con pochissime battute (solo lui può!), a restituire tutta la tenerezza e tutta la disperazione di un padre che nasconde le urla soffocate tra i denti serrati, nei contatti evitati e nel disprezzo di quei corpi estranei che si riveleranno più simili a lui di quanto avrebbe mai potuto immaginare.

Film alto e intimo. Amaro e delicato. Notevole.

2
$ 2.80
$ 2.80 from @TheRandomRewarder
Avatar for claudio83
3 years ago

Comments