A heartless man. Not an evil man but a man who lives without a heart, without lungs, without a liver.
He lives?
He lives in relationship, in bonds, in compensation with others, through others. Each part of a greater whole, outside of us.
If etymologically remembering means bringing back to the heart, to memory, how does memory survive in a man who no longer has a heart?
Andrea Dileva, the protagonist of Chiara Valerio's novel, rediscovers himself - in an awakening from the Kafkaesque echo - a man 'who does not exist either for science or for legend'. An unprecedented mythological being, inexplicably able to live without the driving force of life itself. In this slow process of disappearing from the inside, in an irreversible fading, Andrea retraces his entire existence and his being, until that morning, recovering memories 'in relation'. In relation to encounters, indefinable loves, obsessions, shortcomings, betrayals. In relation to others outside oneself.
What if we discover that in reality the heart cannot be seen because it resides elsewhere? What if Andrea Dileva's heart was an exogenous muscle? What if all the memory that the heart is capable of were kept somewhere else, in someone else, in a casket that has a life of its own? If we existed by contrast, negatively, by contrast with those who cross us, who we love and who becomes the reason for living?
Chiara Valerio's narration is straightforward, direct, a flow of consciousness and words that mix between those said and those thought, without solution of continuity. Past and present of the protagonists are intertwined in a single time, the here and now, the only possible temporal scenario for those who are fading and do not know how or why.
What remains, what is not seen but feels - like the heart - is a skein of important reflections on identity, individuality, the relationship between the I and the us. The we that contains the I and is its mirror image divided only by a consonant. We are less alone than we are led to believe and if we are, we are with respect to those around us.
No one is self-sufficient and no one is able to survive himself without the other other than himself. The bonds we choose to weave, in the same way choose us and define us, change us, condition us, do us good and hurt us. They make us live or die.
With the book closed, we cannot help but wonder about how much of us there is in others and how much of others in us, about how much and how we are capable of loving, about how much common ground memory and love have and, above all , who, unconsciously, keeps us alive and who gives our life a sense with his own? In whose heart is the expiration date of ours written? We are mirrors that reflect and reflect, one in front of the other, one in the eyes and in the heart of the other, to infinity.
The themes beyond time and timeless, the existentialist reflections, the search for a meaning in living, the questions that remain pending are characteristics that elevate the writing, style and reasons of Valerio's story, moving the bar from a novel to literature.
Refined, precious.
ITA
Un uomo senza cuore. Non un uomo malvagio ma un uomo che vive senza cuore, senza polmoni, senza fegato.
Vive?
Vive in relazione, nei legami, in compensazione con gli altri, attraverso gli altri. Ognuno parte di un tutto più grande, al di fuori di noi.
Se etimologicamente ricordare significa riportare al cuore, alla memoria, come sopravvive la memoria in un uomo che non ha più il cuore?
Andrea Dileva, il protagonista del romanzo di Chiara Valerio, si riscopre – in un risveglio dall’eco kafkiana – un uomo ‘che non esiste né per la scienza e né per la leggenda’. Un essere mitologico senza precedenti, inspiegabilmente in grado di vivere senza il motore trainante della vita stessa. In questo lento processo di scomparsa dall’interno, in un fading irreversibile, Andrea ripercorre tutta la sua esistenza e il suo essere, fino a quel mattino, recuperando i ricordi ‘in relazione’. In relazione agli incontri, agli amori indefinibili, alle ossessioni, alle mancanze, ai tradimenti. In relazioni agli altri fuori da sé.
E se scoprissimo che in realtà il cuore non si vede perché risiede altrove? Se il cuore di Andrea Dileva fosse un muscolo esogeno? Se tutta la memoria di cui il cuore è capace fosse custodita da qualche altra parte, in qualcun altro, in uno scrigno che ha vita propria? Se esistessimo per contrasto, in negativo, per scontorno rispetto a chi ci attraversa, a chi amiamo e a chi diventa ragione del vivere?
Il narrare di Chiara Valerio è schietto, diretto, un flusso di coscienza e di parole che si mescolano tra quelle dette e quelle pensate, senza soluzione di continuità. Passato e presente dei protagonisti si intrecciano in un tempo unico, il qui e ora, l’unico scenario temporale possibile per chi sta svanendo e non sa come né perché.
Quello che resta, quello che non si vede ma si sente – come il cuore – è una matassa di riflessioni importanti sull’identità, sull’individualità, sul rapporto tra l’io e il noi. Il noi che contiene l’io e ne è immagine speculare divisa solo da una consonante. Siamo meno soli di quello che siamo portati a credere e se lo siamo, lo siamo rispetto a chi ci circonda.
Nessuno basta a se stesso e nessuno è in grado di sopravvivere a se stesso senza l’altro diverso da sé. I legami che scegliamo di intessere, allo stesso modo ci scelgono e ci definiscono, ci cambiano, ci condizionano, ci fanno bene e ci feriscono. Ci fanno vivere o morire.
A libro chiuso non si può far a meno di interrogarsi su quanto ci sia di noi negli altri e quanto degli altri in noi, su quanto e come siamo capaci di amare, su quanto terreno in comune abbiano il ricordo e l’amore e, soprattutto, chi, inconsapevolmente, ci tiene in vita e chi alla nostra di vita ne conferisce un senso con la propria? Nel cuore di chi è scritta la data di scadenza del nostro? Siamo specchi che riflettono e si riflettono, uno di fronte all’altro, uno negli occhi e nel cuore dell’altro, all’infinito.
I temi oltre il tempo e senza tempo, le riflessioni esistenzialiste, la ricerca di un senso nel vivere, le domande che restano in sospeso sono caratteristiche che elevano la scrittura, lo stile e le ragioni del racconto della Valerio, spostando l’asticella da romanzo a letteratura.
Raffinato, prezioso.