It is a complex and curious drawing of analogies and differences that Manzini creates starting from the character of the assistant superintendent Schiavone, following the double track of personal and professional events. The solution of a seemingly easy case will bring into play the concepts of justice, faith and love. Meanwhile, the sometimes abstract idea of hope will seem to acquire depth and concreteness: that first glow of dawn that 'sooner or later arrives' because it disappears, but does not die.
That light to follow to go home to a woman / wife who, despite the ritual formula, not even death can separate from Rocco Schiavone. And if there is a love that unites despite death, in the opposite lane, in the opposite direction, the assistant superintendent will clash with an 'unrelated' love, in spite of life and God.
Dangerous relationships which, in order to be interrupted, require some witty literary game, a strong complicity, a great friendship and a subjective decoding of the concept of justice. Because guilty of murder is also someone who kills slowly. In fact, if it is true that according to the axiom 'extreme evils extreme remedies', the profile of the victim would match that of the killer, it is equally true that, in this case, the killer would not be the culprit.
In short, Manzini is undoubtedly capable of a sparkling, intelligent and sarcastic writing, which allows him to pass - without jarring - from the lively story of the investigative investigation, to the profound and delicate psychological analysis of his characters. The rhythm also adapts to the style, becoming pressing, in the path of the yellow solution and slowing down as the narrative approaches the intimate analysis of the protagonists. Manzini also demonstrates that he never loses sight of and respects the real and living humanity that exists and lives behind the literary fiction of his characters.
Finally, one cannot fail to recognize the writer's mastery in knowing how to keep the two narrative paths in perfect balance by keeping the reader's attention alive on both and with the same intensity until the last page.
ITA
È un complesso e curioso disegno di analogie e differenze quello che Manzini realizza a partire dal personaggio del vicequestore Schiavone, seguendo il doppio binario delle vicende personali e di quelle professionali. La soluzione di un caso apparentemente facile metterà in gioco i concetti di giustizia, di fede e di amore. Intanto sembrerà acquisire spessore e concretezza l’idea, talvolta astratta, di speranza: quel primo bagliore dell’alba che ‘prima o poi arriva’ perché sparisce, ma non muore.
Quella luce da seguire per tornare a casa da una donna/moglie che, a dispetto della formula di rito, nemmeno la morte potrà separare da Rocco Schiavone. E se c’è un amore che unisce nonostante la morte, nella corsia opposta, in direzione contraria, il vicequestore si scontrerà con un amore ‘slegato’, a dispetto della vita e di Dio.
Relazioni pericolose che, per essere interrotte, necessitano di qualche arguto gioco letterario, di una forte complicità, di una grande amicizia e di una decodificazione soggettiva del concetto di giustizia. Perché colpevole di omicidio è anche chi uccide lentamente. Infatti, se è vero che secondo l’assioma ‘a mali estremi estremi rimedi’, il profilo della vittima combacerebbe con quello dell’assassino, è altrettanto vero che, in questo caso, l’assassino non sarebbe il colpevole.
Insomma, Manzini è senza dubbio capace di una scrittura frizzante, intelligente e sarcastica, che gli consente di passare - senza stonature - dal vivace racconto dell’indagine investigativa, alla profonda e delicata analisi psicologica dei suoi personaggi. Anche il ritmo si adatta allo stile, facendosi incalzante, nel percorso della soluzione del giallo e rallentando con l’avvicinarsi della narrazione all’analisi intimistica dei protagonisti. Manzini, inoltre, dimostra di non perdere mai di vista e di rispettare l’umanità reale e viva che esiste e abita dietro la finzione letteraria dei suoi personaggi.
Infine, non si può non riconoscere, la maestria dello scrittore nel saper mantenere in perfetto equilibrio i due sentieri narrativi tenendo viva su entrambi e con la stessa intensità, l’attenzione del lettore sino all’ultima pagina.