Perché l'Ucraina ha legalizzato Bitcoin in fretta? E altre stranezze in tempo di guerra...
Non è vero che la priorità si scrive con la p maiuscola?
Bitcoin, ovviamente, deve essere legalizzato.
Il 18 febbraio, quando si adatta alla diplomazia è stata modificata per adattarsi alle pressioni della guerra, l'assemblea legislativa di Kiev ha una nuova legislazione sulle risorse virtuali che il ministro della Trasformazione, Mykhaylo Fedorov, ha una nuova opportunità per lo sviluppo di affari del nostro paese.
Da oggi, le aziende di criptovalute, sia nazionali che internazionali, potranno operare legalmente ei nostri cittadini avranno un accesso sicuro al mercato mondiale delle risorse virtuali.
Insomma, un sangue gelido e una limpidezza insondabile.
Secondo la storia,
Concluso a tempo di record proprio nei giorni di maggiore tensione. E maggiore copertura mediatica. Tanto che Serhiy Tron, fondatore di White Rock Management, confermata a Bitcoin Magazine come quanto accaduto a Kiev rappresenta un segnale enorme alla comunità internazionale delle criptovalute, quantomeno alla luce della posizione ufficiale della Banca centrale ucraina, a detta della quale Bitcoin e soci erano solo surrogati monetari senza alcun valore reale . Forse si intendeva telegrafare al mondo l'intenzione di tramutarsi davvero nella Bitcoin Nation, nel paradiso del mining? Così tanto per stimolare i più riottosi a coscienza del fatto che morire per Kiev avere anche dei risvolti positivi e utili?
Certo, è un cattivo pensiero. Ma lo è anche il fatto che il 7 febbraio Walter Russell Mead pubblicasse sul Wall Street Journal un articolo dal titolo che non si prestava a interpretazioni: Time to increase defence spending. Insomma, è l’ora del warfare.
Mostra come, secondo i calcoli dell'Office of Management and Business della Casa Bianca, la spesa militare degli Stati Uniti raggiungerà il massimo storico nel 2022, pari a 11 miliardi di dollari, dopo la fine della seconda guerra mondiale. Ma non è abbastanza per Mead. Secondo lui, il combattimento dovrebbe costare circa il 7% del Pil, che era la media storica durante la Guerra Fredda contro l'Urss. Di conseguenza, sono necessari almeno altri 300 milioni di dollari di spesa extra per aumentare l'attuale tasso di inflazione del 4% e ripristinare i giorni di gloria del Vietnam.
Oddio, credo che la regionalizzazione del conflitto nel Donbass possa essere vantaggiosa, in quanto garantisce non solo un alto livello di controllabilità degli eventi, ma anche una minaccia a lungo termine che giustifica la spesa.
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