La Leggenda di San Romedio e l'Orso
Giunti al Santuario di San Romedio, nell’Alta Anaunia, è possibile ammirare un orso in una gabbia costruita appositamente dai monaci.
Bisogna innanzitutto sapere che San Romedio era un alpigiano-eremita che un giorno, desideroso di ritirarsi in preghiera e penitenza, scelse proprio quel colle boscosissimo e circondato da una selvaggia gola, che si trova poco lontano dalla strada e che oggi sale al Passo della Méndola.
Ben presto però raggiunsero Romedio due giovani. Erano anch’essi desiderosi di far penitenza e il Santo gli tenne con sé, ma a un patto: i due dovevano ottenere il permesso del Vescovo San Virgilio. I giovani accettarono felici, e rimontati a cavallo presero la via per Trento diretti dal Santo Vescovo. Dopo pochi metri, però, balzò dalla fitta selva un orso. Era un orso grande, grosso e molto affamato.
Appena i due giovani impauriti saltarono giù dal cavallo, l’orso divorò il cavallo. L’urlo dei due giovani disperati arrivò anche al Santo Eremita, che però poté solo assistere alla morte del cavallo. Uno dei due giovani, prima di abbandonare il cavallo, riuscì a toglierli briglia e sella. San Romedio, alla vista di quegli arnesi, ebbe un’idea. “Ascolta un po’ ”- disse ai giovani -“voi sapete che cosa dovete fare? Ridiscendete il prato, andate da quell’orso, mettetegli briglie e sella così come se fosse lui ora il vostro cavallo. Montategli addosso e fatevi portare a Trento. Su, in fretta!”.
“La sella all’orso?” – risposero i ragazzi increduli. “Sicuro, la sella all’orso. Andrà tutto bene”, rispose San Romedio.
I due allora andarono e il miracolo avvenne. L’orso, visti i due avanzare, non si fece minaccioso. Al contrario, li guardò con bonarietà. Si fece mettere tutto, stando buono e quando i due gli salirono in groppa si avviò verso Trento. Giunti a Trento, i due si recarono al Palazzo Vescovile e ricevettero il permesso di restare in penitenza con l’eremita.
Adesso è chiaro perché San Romedio è considerato il protettore degli orsi?